martedì 27 aprile 2010

Con-corde..

e giravo per una certa strada vicino casa con la chitarra in spalla, e quest'ultima cosa non è un dettaglio. Si perchè quando sono davanti ad un locale in cui suonano tutte le sere musica tradizionale romana, un tipo mi guarda e mi fa: "suoni uno strumento unico, nobile e libertino allo stesso tempo". L'uomo ha circa sessant'anni e non ci vuole molto a capire che è il proprietario del locale, si vede dalla scioltezza con cui si poggia al portone, si vede che è roba sua. E' di quell'eleganza fuori dal tempo, è vestito da impresario degli anni 40 ed ha capelli rossi, certamente tinti. Come se aspettassi le sue parole gli rispondo a tono all'istante "ha ragione, condivido, più lo conosco e più mi convinco che è un grande strumento." Lui sorride compiaciuto di aver trovato un valido interlocutore, poi continua."noi ed i pianisti abbiamo una grande fortuna ragazzo mio" mi dice con aria ispirata. Io lo guardo sorridendo,un pò per la stramberia di quella situazione un pò perchè sono convinto di avere la vittoria in mano;la vittoria si, perchè quel dialogo aveva tutta l'aria di essere un duello tra nobil uomini. "la differenza è che " dico io " i pianisti sono condannati alle quattro mura, noi l'orchestra ce la possiamo portare in giro come un pacchetto di caramelle". Al finire della frase, il simpatico vecchietto si fa una bella risata come a dire "buona questa, non c'avevo mai pensato".Io faccio lo stesso anche se più per simpatia nei confronti dell'uomo che per la mia battuta in sè. Senza terminare che la risata svanisca, inizio ad allontanarmi dall'uomo e con un gesto della mano lo saluto. Lui fa lo stesso.
Nel frattempo qualche goccia di pioggia mi bagna gli occhi e le guance: qualcuno potrebbe dire di avermi visto piangere.

domenica 18 aprile 2010

Per quanto riguarda il risveglio


Se c'è una cosa che mi piace proprio tanto è il risveglio, nel senso del mattino e nel senso degli occhi che d'un tratto,casualmente, vedono tutto in un modo diverso. Mi piace il fresco dell'aria che punge il naso, il sapore del primo sorso di caffè, indossare una maglietta che magari hai lasciato la notte stesa ad asciugare di fuori e sa di sapone, di ossigeno profumato.Ed il giornale radio delle 7e30 con le opinioni di quei miseri che conoscono solo la bugia, che mi fanno pena per quanto sono sciatti.Mi piace allacciarmi le scarpe, sbadigliare non per la noia ma per la sorpresa di avere un'altra volta tutto il mondo a portata di mano. E poi scendere e vedere il meccanico sotto casa che apre bottega di buon ora, le strade ancora mezze deserte, il sellino umido del motorino che speriamo parta sempre senza dare problemi. E fermarsi dal benzinaio dietro il palazzaccio, quello con la faccia da viterbese che parla poco, che non ti guarda mai,che ogni tanto lo vanno a trovare gli amici e parlano della Roma, di questo scudetto, della società, del presidente che io manco mi ricordo chi è. Ma tutto scorre liscio,leggero, tutto m'accarezza di mattina, niente mi sembra noioso. E mi piace fare le curve col motorino, soprattutto quella del sottopassaggio che porta a via gregorio VII, con un tombino sempre bagnato a causa di una perdita. Di mattina spesso sono felice, per pochi minuti, ma spesso succede. Poi arriva la luce, quella sparata dal sole negli occhi, poi succede che non siamo più in pochi a dividerci la torta e tutto un pò si corrompe, le cose diventano più evidenti e determinate. Il mattino ha il sapore di una festa a sorpresa che quasi ti aspettavi ma che è comunque bello che abbiano addobato la casa per te. Ed il bello è che succede tutti i giorni dell'anno, ogni volta nello stesso modo ed ogni volta diverso. E pensare che c'è qualcuno che ha ancora dubbi che la vita sia una cosa meravigliosa.

(foto Box23)

giovedì 15 aprile 2010

Corviale (parte prima)


Quasi fuori dal comune,il castello se ne dorme appollaiato sull'ottavo colle di Roma. Visto da fuori è una fortezza inespugnabile, visto da dentro il tappeto sotto cui si è lasciata scivolare la polvere che non sta bene di mostrare agli ospiti. il fossato che gli passa davanti è di quell'asfalto bucato, dimenticato da anni che tanto tutti sono più o meno rassegnati che debba andare sempre tutto peggio di così. Dietro invece è la campagna, il regno di un pastore che in primavera lascia pascolare le sue pecore. Dalla valle l'altro giorno ho visto risalire un'abitante della fortezza con un pugno di asparagi in mano: "ce viene na frittatina che te lecchi i baffi", m'ha detto mentre prendevo un raggio di sole proprio nel centro degli occhi. Tra il castello e la valle c'è una fila di edifici bassi, dove l'architetto pensò bene di piazzarci strutture adibite ai servizi. Dalla strada non le vedi perchè la fortezza è a nove piani e neanche le intuisci. Per arrivarci devi passare sotto il serpentone(lo chiamano così perchè è un palazzone lungo un chilometro e con piu di 1000 appartamenti popolari), attraversando dei cunicoli che dalla strada ti portano dritto dritto nel retro di Corviale. Nel retro del Corviale ci vai solo se hai buoni motivi, non ci capiti per caso, la strada che ti ci porta è troppo precisa per percorrerla per sbaglio: o ci vivi, o hai qualche amico che vive li o ci vai a comprare qualcosa di più o meno lecito. Io nel retro della fortezza ci lavoro, c'è un ambulatorio asl, tutto qui. Uno che non ci è cresciuto(uno come me ad esempio) potrebbe spendere un sacco di fiato con la retorica del degrado, delle periferie dimenticate e via pontificando:in genere questi discorsi li fanno i turisti, quelli che vengono in gita per un pomeriggio a vedere i "disgraziati". Quando per i disgraziati ti trovi a lavorare la faccenda è più articolata, perchè non puoi chiudere 4000 persone in un sacchetto e scriverci sopra "gente di corviale".E soprattutto perchè nella fortezza ogni giornata sembra diversa dall'altra, almeno a me. Sarà che spesso hai la sensazione che tra quei gruppetti di persone che parlano sotto i portici, che gridano,che bestemmiano la madonna come intercalare ci possa scappare il morto. Ma poi non succede mai nulla. Più che altro sembra. Ecco: Corviale sembra ma non è.

Intro


E la radio ha sostituito il vuoto che c'era nell'aria, riempendo quello spazietto che sembrava attendere proprio loro due: Ella Fitzgerald e Joa Pass. Ed in prossimità della seconda strofa di "At last" mi è venuta voglia di riaprire il blog, o meglio di aprirne un altro del tutto nuovo. Dunque l'ho fatto. Mi pare un buon inizio e soprattutto una buona fine per l'altro blog che poveretto, che mi spiace per lui, ma appartiene al passato. Ma entriamo nel vivo del discorso.