martedì 27 aprile 2010

Con-corde..

e giravo per una certa strada vicino casa con la chitarra in spalla, e quest'ultima cosa non è un dettaglio. Si perchè quando sono davanti ad un locale in cui suonano tutte le sere musica tradizionale romana, un tipo mi guarda e mi fa: "suoni uno strumento unico, nobile e libertino allo stesso tempo". L'uomo ha circa sessant'anni e non ci vuole molto a capire che è il proprietario del locale, si vede dalla scioltezza con cui si poggia al portone, si vede che è roba sua. E' di quell'eleganza fuori dal tempo, è vestito da impresario degli anni 40 ed ha capelli rossi, certamente tinti. Come se aspettassi le sue parole gli rispondo a tono all'istante "ha ragione, condivido, più lo conosco e più mi convinco che è un grande strumento." Lui sorride compiaciuto di aver trovato un valido interlocutore, poi continua."noi ed i pianisti abbiamo una grande fortuna ragazzo mio" mi dice con aria ispirata. Io lo guardo sorridendo,un pò per la stramberia di quella situazione un pò perchè sono convinto di avere la vittoria in mano;la vittoria si, perchè quel dialogo aveva tutta l'aria di essere un duello tra nobil uomini. "la differenza è che " dico io " i pianisti sono condannati alle quattro mura, noi l'orchestra ce la possiamo portare in giro come un pacchetto di caramelle". Al finire della frase, il simpatico vecchietto si fa una bella risata come a dire "buona questa, non c'avevo mai pensato".Io faccio lo stesso anche se più per simpatia nei confronti dell'uomo che per la mia battuta in sè. Senza terminare che la risata svanisca, inizio ad allontanarmi dall'uomo e con un gesto della mano lo saluto. Lui fa lo stesso.
Nel frattempo qualche goccia di pioggia mi bagna gli occhi e le guance: qualcuno potrebbe dire di avermi visto piangere.

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